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Export manager, mai più senza

Export manager, mai più senza
Gen
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shutterstock_125338145In Europa sono tutti pazzi per l’export manager; figura che sta progressivamente acquistando credibilità e imponendo il suo ormai irrinunciabile valore aggiunto in qualsiasi azienda che voglia espandersi.
L’ Italia non è da meno, stavolta. Anche il Belpaese ha capito che per vendere all’estero servono ormai professionisti formati. E almeno due sono le buone ragioni per crederci:

1. Grazie ai voucher per le assunzioni nell’ottica di un’internazionalizzazione delle imprese, ogni azienda può ricevere 10mila euro a fondo perduto. Finanziamento concesso a fronte dell’inserimento in azienda di un “temporary export manager” per almeno sei mesi.

2. Con Expo 2015, le aziende italiane hanno moltiplicato esponenzialmente i contatti con l’estero. Cosi che da Milano una fittissima rete di scambi si è intessuta nel corso degli ultimi sei mesi. E ora è il momento di approfittare: il compito dell’export manager è infatti quello di facilitare i contatti e mantenere alta l’attenzione dei prodotti italiani post-EXPO.

Secondo la nota agenzia britannica di recruitment Michael Page « Tra i profili più ricercati spicca oggi l’export manager, figura strategica che si rivolge ai mercati dei paesi emergenti. Il ruolo di export manager vede un incremento del 20% di richieste, riguardanti principalmente professionisti con almeno cinque anni di esperienza e un’ottima conoscenza dei mercati esteri. L’Export Manager ha tra i compiti principali quello di garantire all’azienda per cui lavora il fatturato assegnato nelle aree di propria responsabilità ».

PROFILO

Tra i requisiti che accomunano tutte le inserzioni, da Londra a Napoli, emergono tratti comuni: un’esperienza che varia dai tre ai cinque anni nel ruolo; un’ottima conoscenza del marketing di prodotto ; una laurea in discipline economiche o marketing ; conoscenza fluente della lingua inglese e buona conoscenza di una seconda lingua straniera (per lo più tedesco, francese e olandese). E infine una predisposizione a viaggi e trasferte.

Quindi tutti pazzi per l’export manager? E qual è il suo vero valore aggiunto?
“In maniera crescente – interviene Matteo Lazzarini, Segretario Generale della Camera di Commercio Belgo-Italiana – le aziende chiedono alla risorsa un’ottima conoscenza delle tecniche di negoziazione e di gestione della trattativa”. “Tecniche – spiega Lazzarini – che oggigiorno possono essere acquisite grazie a validi corsi di formazione, che non soltanto forniscono strumenti di azione per raggiungere gli obiettivi di vendita assegnati, ma anche competenze specifiche come, ad esempio, la gestione di gare d’appalto ».

Un consiglio a chi cerca lavoro nel settore?
“Indubbiamente – continua Lazzarini – è importante definire da subito l’area d’interesse: quale settore, cioè, corrisponde al proprio background professionale e alle proprie passioni. E’ necessario orientarsi poi sulle proprie capacità linguistiche e focalizzarsi sulle aziende che hanno commerci con paesi di cui si conosce la lingua. Non da ultimo: studiare nei dettagli l’azienda nella quale s’intende postulare”.

La Camera di Commercio Belgo-Italiana prepara i nuovi « export manager » del futuro attraverso il Master in sviluppo internazionale d’impresa (www.master5.eu), una formazione di tre mesi nel centro dell’Europa che prevede tra l’altro: testimonianze in aula di imprenditori, esperti e rappresentanti delle istituzioni, visite d’impresa in Belgio, Germania, Francia, Lussemburgo e Olanda, e la redazione di ben tre Project Work in gruppo per la realizzazione di una vera e propria strategia di sviluppo internazionale.

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