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Finalmente anche i liberi professionisti nei fondi strutturali europei

Finalmente anche i liberi professionisti  nei fondi strutturali europei
Feb
23

A colloquio con Gaetano Stella, Presidente di Confprofessioni

Ospite d’eccezione della conferenza delle Camere di Commercio Italiane all’Estero che si terrà al Parlamento europeo di Bruxelles il prossimo 23 febbraio sarà Gaetano Stella, Presidente di Confprofessioni.

Presidente Stella, che cosa implica la Legge di Stabilità per i liberi professionisti e che significato avrà per l’economia italiana?

Grazie alla Legge di Stabilità 2016, finalmente anche i liberi professionisti italiani hanno accesso ai fondi strutturali europei, vedendosi così equiparati alle piccole e medie imprese, come sancito dall’Unione europea. Ma non solo, il Consiglio dei Ministri ha appena approvato il disegno di legge sul lavoro autonomo rendendo strutturale l’accesso dei liberi professionisti ai bandi europei anche oltre il ciclo di programmazione 2014-2020. È un passaggio fondamentale per l’economia italiana che in questo modo supporta la crescita dimensionale, organizzativa e associativa degli studi professionali, rendendo i professionisti italiani più competitivi in un mercato integrato e sempre più complesso.

Abbiamo sentito parlare soprattutto delle nuove prospettive aperte dall’approvazione della Legge di Stabilità. Ma ci potranno essere anche delle difficoltà? Se sì, quali?

Le difficoltà sono legate principalmente a un processo culturale. È la prima volta che i professionisti italiani hanno la possibilità di accedere ai fondi strutturali europei e molte regioni sono state colte in contropiede. È necessario, quindi, far conoscere ai funzionari delle regioni che scrivono i bandi le nuove prospettive aperte, in modo che siano in linea con le specificità degli studi professionali.

In che modo, secondo Lei, dovranno comportarsi i liberi professionisti italiani per usufruire al meglio delle opportunità aperte dall’accesso ai fondi Por e Pon?

I professionisti italiani sono chiamati ad una vera e propria rivoluzione culturale: per il loro sviluppo, se non addirittura la loro sopravvivenza, devono puntare ad una dimensione “imprenditoriale” del lavoro professionale ed investire quindi in innovazione, digitalizzazione ed internazionalizzazione. Questi sono i temi che le risorse europee possono sostenere ed incentivare. Quindi il professionista non deve attendersi un semplice contributo economico fine a se stesso, ma le risorse per un futuro oramai immediato. Naturalmente è indispensabile un’attenzione continua sulle opportunità offerte dai bandi all’interno dei Por e soprattutto dei Pon e coglierne le opportunità offerte. Informazione e assistenza operativa sono gli impegni che la rappresentanza dovrà saper garantire.

Come la vostra organizzazione e il sistema camerale italiano all’estero offriranno supporto ai liberi professionisti in questo nuovo contesto?

Stiamo parlando di due reti, ognuna nel proprio contesto, forti, strutturate e complementari che valorizzano le realtà imprenditoriali italiane in modo capillare e dinamico. In particolare, insieme al sistema camerale dell’Area Europa, auspichiamo di avviare numerosi progetti europei nei settori dell’imprenditorialità, del turismo, dell’agroalimentare e della formazione. Pensiamo di favorire inoltre le start up di studi internazionali e le partnership transfrontaliere ed in generale di offrire un deciso sostegno alla mobilità e alla crescita professionale dei professionisti anche con gli strumenti del tirocinio e delle esperienze lavorative presso studi di altri Paesi. Confprofessioni, inoltre, sta avviando un’agenzia che monitorerà le misure esistenti nelle varie regioni italiane e al tempo stesso fornirà ai professionisti tutti gli strumenti necessari per il pieno utilizzo delle risorse messe a disposizione dalla Commissione europea.

A cura di Francesca Palombo

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