Progetti europei: chi vince e chi perde
I finanziamenti a gestione diretta nell’analisi del Sistema di Trasparenza Finanziaria della Commissione europea
L’Italia è ai primi posti per numero di enti e imprese che beneficiano di finanziamenti europei a gestione diretta, cioè erogati direttamente dalla Commissione sotto forma di appalti e progetti. Nel 2013 le imprese e gli enti italiani hanno ricevuto un finanziamento direttamente da Bruxelles per ben 5.245 volte rispetto alle 4.245 spagnole, le 5.270 francesi, le 6.155 inglesi e le 6.678 tedesche.
I dati sono ufficiali e sono stati elaborati sulla base delle ultime informazioni disponibili nel Sistema di Trasparenza Finanziaria della Commissione europea e pubblicati dalla Camera di Commercio Belgo-Italiana nel libro “Progetti europei: chi vince e chi perde”, a cura di Matteo Lazzarini, in collaborazione con Vittoria Marchegiani.
ll libro – che è stato presentato nella trasmissione della RAI « RegionEuropa » del 12 aprile 2015 (clicca qui per il video, dal minuto 22’25 ») – offre una panoramica chiara e sorprendente sui beneficiari dei finanziamenti europei a gestione diretta con dati, importi, medie e classifiche su chi vince e chi perde i progetti e come si posizionano enti, imprese, università e comuni italiani nell’europrogettazione.
Nello studio si scopre come il 64% dei beneficiari italiani sia del Nord Italia, il 27% del Centro e appena il 9% del Sud e Isole. Un’impresa italiana su tre vincitrice di un progetto europeo ha sede nella Regione Lombardia.
Interessante il dato relativo a Università e comuni italiani. Sono infatti 640 le volte in cui una Università italiana è riuscita ad aggiudicarsi un finanziamento europeo e quasi cento quelle in cui a partecipare o a gestire un progetto europeo troviamo un comune italiano, anche di piccole dimensioni.
“Se il numero dei finanziamenti europei che le organizzazioni italiane hanno ricevuto è molto significativo – commenta Matteo Lazzarini – il tasso di successo non risulta essere tra i migliori. In sostanza, vinciamo un numero di progetti sostanzialmente equivalente a quello degli altri grandi Paesi ma per ottenere questo risultato presentiamo, in proporzione, un maggior numero di progetti. È dunque necessario aumentare la qualità delle proposte presentate e non improvvisarsi europrogettisti. Usufruire dei finanziamenti europei non deve essere visto solo come l’occasione per rifarsi delle quote di partecipazione al bilancio dell’Unione – messaggio che purtroppo sembra l’unico ad emergere da buona parte dei media e nei dibattiti nazionali – ma bensì come una vera e propria opportunità di investimento e innovazione per le imprese, le università, le associazioni”.
Il libro è disponibile su tutto il circuito Feltrinelli in Italia e sul sito http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=1122945.